Bassorilievo presente nelle Catacombe

Molti sono i secoli che ci separano dall’epoca dei primi martiri ma le fonti storiche che ci parlano di loro non mancano: abbiamo gli elenchi dei loro nomi, iscrizioni sepolcrali e luoghi che ne ricordano il culto. Se però si vuole conoscere il racconto della loro vita e del loro martirio bisogna affidarsi a particolari testimonianze perlopiù tardive: le passiones, racconti redatti da uomini pii e religiosi che, onde evitare che il tempo cancellasse sotto il peso degli anni l’esempio dei primi coraggiosi cristiani, sulla base di ricordi ancora vivi e di fonti storiche poi andate purtroppo perse, raccolsero alcune memorie delle loro gesta.
Pancrazio, martire vissuto sul finire del III sec., è tra i martiri giovanetti più famosi dell’antichità ecclesiastica. Grande meraviglia e ammirazione suscitò l’epilogo della sua breve vita, col quale volle confermare la conversione alla fede cristiana avvenuta in età giovanissima. Da dove venne tanto coraggio, a lui come ad altri giovani cristiani: Agnese, Tarcisio, Agata, Lucia, se non dalla grazia che lo stesso Signore Gesù promise nel supremo e decisivo momento di rendere a lui testimonianza davanti agli uomini?
Debolezza, quella propria della loro età, trasformata in forza adulta dalla grazia:’era precisamente questa baldanza, il senso di vittoria con cui i cristiani affrontavano i loro giudici, che scatenava la violenta gelosia dei pagani. La luminosità del loro volto parlava di un tesoro che non poteva esser loro sottratto perché era la compagnia di ’Cristo che non dimentica i suoi’.
La letizia di quei volti era un giudizio sul mondo, sul potere, sulla storia’
(Socci-Cappelletti, ’Cristiani. Vite di Santi’).

Nel nostro breve e semplice itinerario ci accosteremo alle fonti che raccontano la vicenda di san Pancrazio a partire dalle più antiche fino a quelle più recenti.
E’ una sorta di ’archeologia’ che si muove tra testimonianze di codici manoscritti, chiese e catacombe. L’esistenza storica del nostro martire è attestata da una delle più antiche raccolte di memorie di martiri: il Martyrologium Hieronimianum. Questo importante documento riporta la data del martirio di s. Pancrazio e la sua festa liturgica al 12 maggio, unendo al suo nome quello dello zio Dionisio, e dei santi Nereo e Achilleo, martiri anch’essi ma di un’epoca precedente.

Afferma G. Verrando, uno dei più autorevoli studiosi di agiografia antica
(Verrando, ’Le numerose recensioni della Passio Pancratii’, in ’Vetera Christianorum’, 19 [1982])

egli [san Pancrazio] è nominato per la prima volta nel Martirologio Geronimiano, la cui primitiva composizione si fa risalire intorno alla metà del V secolo. Questo non vuoi dire che ci troviamo in presenza di un martire non autentico. Basta la testimonianza di quest’ultimo documento, la cui fonte può verosimilmente individuarsi in un calendario romano anteriore, nonché i dati concreti emergenti dalle progressive fasi di monumentalizzazione del suo sepolcro, a fornirci la certezza della sua indiscutibile storicità’.

II nome di Pancrazio e la data del suo martirio si trovano poi in tutte le più antiche testimonianze liturgiche, soprattutto nei Martirologi e nei Sacramentari dei secoli V e VI. Oltre agli antichi martirologi infatti una particolare fonte di informazioni è data dai Sacramentari, i libri liturgici contenenti le indicazioni e le orazioni per la celebrazione del sacrificio della Messa e delle feste del Signore e dei santi. Quando in essi trova posto la menzione di un martire ciò è indice della venerazione di cui egli godeva nel popolo cristiano fino al punto di meritare d’esser ricordato esplicitamente nella liturgia, talvolta con Messa propria.

Il Sacramentarium Gelasianum al dodici maggio colloca la s.Messa in onore del martire Pancrazio e dei santi Nereo e Achilleo, della quale trascriviamo l’orazione colletta:

’lIII Idus Maias. Natale Sanctorum Nerei, Achillei et Pancratii. Oremus. Semper nos Domine martyrum tuorum Nerei, Achillei et Pancratii foveat quaesumus beata solemnitas, et tuo dignos reddat obsequio. Per Dominum nostrum, etc.’

Similmente nel Sacramentarium Gregorianum a s. Pancrazio è riservata una Messa propria:

’lIII Idus Maias, id est XII die mensis maii. Natale Sancti Pancratii. Oremus. Praesta quaesumus omnipotens Deus, ut qui beati Pancratii martyris tui natalicia colimus a cunctis malis imminentibus eius intercessionibus liberemur. Per Christum Dominum etc.’

I martirologi dei secoli posteriori sono tutti concordi nella menzione del martirio, del luogo e della data della festa. Ecco la testimonianza del Martyrologium Adonis, del IX secolo:

’Item Via Aurelio, miliario secundo, natalis sancti Pancratii martyris: qui cum esset annorum XIV sub Diocletiano martyrium capitis detruncatione complevit. Cujus reverendum corpus Octavilla illustris femina occulte noctu sublatum, aromatibus conditum sepelivit IV Idus Maji. Eodem die, B. Dionysii patrui beati Pancratii, cujus studio idem Pancratius et baptizatus, et in timore Domini confortatus, ad martyrium animatus est. Ipse cum praemiis caelestibus, charus et dignus Deo, in pace diem vitae huius clausit’.

II primo martirologio sottoposto ad emendamenti e revisioni, per servire come testo ufficiale per tutta la Chiesa è il Martyrologium Romanum che presenta l’elenco critico più attendibile di santi e martiri ordinati secondo i giorni delle feste liturgiche, compilato dal Cardinale Cesare Baronio sulla base di fonti storiche a lui coeve e attendibili.
Alla data del 12 maggio si trova scritto:

’Item Romae, via Aurelia, sancti Pancratii Martyris, qui cum esset annorum quatuordecim, sub Diocletiano, capitis obtruncatione martyrium complevit … Romae sancti Dionysii, qui exstitit patruus sancti Pancratii Martyris’.

Dalla pubblicazione del Martirologio Romano e del Messale detto di san Pio V in poi la menzione di san Pancrazio è costante al dodici di maggio e la sua devozione viene definitivamente diffusa e confermata in tutta la Chiesa.

(Don Roberto Leoni, ”S. Pancrazio, martire romano del IV secolo’ – Roma [1999])