Stemma dei Carmelitani Scalzi

In occasione del 1700mo anniversario del martirio di San Pancrazio, su invito del Parroco dell`omonima Basilica, Giuseppe Burragato e Antonio Palumbo hanno scritto un testo in onore del Santo, intitolato: SULLE ORME DI SAN PANCRAZIOCulto, Basilica, CatacombeEdizioni OCD 2004.
Gli autori, sulla scorta delle testimonianze storiche e agiografiche, per lo più del V secolo, hanno cercato di ricostruire i momenti salienti della vita del Martire, ambientandoli nel contesto storico, politico, economico e sociale dell`epoca. Ciò ha consentito un`accurata lettura degli avvenimenti, utile anche per la comprensione di fatti successivi collegati alla diffusione del culto del Santo, identificato sia dai fedeli sia dalle autorità, come colui che ha testimoniato la Fede con fermezza, fino al sacrificio della vita. La prima espressione di devozione è legata, infatti, al riconoscimento di San Pancrazio quale “periuriis ultor” (vendicatore degli spergiuri), e cioè protettore di coloro che chiedevano la tutela della parola data. La storia di Roma, dei primi secoli dopo Cristo, è letta alla luce della sempre maggiore presenza dei cristiani che arricchivano di nuovi valori la vita dell`epoca, provocando, a torto o a ragione, stati di tensione politica e conseguenti persecuzioni.

Gli autori si sono soffermati, poi, sulle tappe fondamentali della storia del culto del Santo. In questo contesto è stata anche sviluppata la storia cultuale della Basilica, custodita prima dai presbiteri, poi dai monaci e, a partire dal 1662, dall`Ordine dei Carmelitani Scalzi. È stato evidenziato come l`origine della devozione al Santo sia scaturita esclusivamente dalla pietas popolare. Solo successivamente, infatti, sono intervenuti Pontefici lungimiranti, che hanno confermato e disciplinato in vari modi la vita cultuale del centro religioso, ora restaurando o edificando ex novo la chiesa, ora dando al territorio un aspetto più consono alle esigenze dei fedeli e, infine, elevando la chiesa alla dignità di Basilica. Per volere degli stessi Pontefici si assiste al trasferimento di reliquie del Santo sia in Italia sia in vari paesi europei. Il culto coinvolge ogni classe sociale. In particolare è da ricordare che i re Franchi, subito dopo la Santissima Trinità, nominavano San Pancrazio negli accordi internazionali, a conferma della parola data. Anche i nobili germanici si appellavano al Santo per tale motivo. Il culto del Martire si è diffuso, in epoca più recente, in America latina, in Asia ed in Africa.

Gli autori hanno quindi preso in considerazione la storia architettonica della Basilica, seguendone le trasformazioni da chiesa paleocristiana a chiesa barocca (almeno nelle strutture interne). Va tenuto presente che la chiesa e l`annesso convento non sempre hanno potuto assolvere le proprie funzioni, perché più volte adibiti a funzioni diverse: lazzaretto, luogo di quarantena, ospedale, trincea. Devastazioni e danneggiamenti hanno stravolto le caratteristiche architettoniche originali del tempio e preziosi ornamenti e arredi sono andati dispersi. La Basilica, tuttavia, conserva ancora oggi un suo fascino e la visita guidata degli autori ne lascia trapelare l`accattivante atmosfera. Le catacombe, sottostanti la Basilica, hanno formato, anch`esse, oggetto della trattazione e sono state collocate nel più ampio contesto della storia delle aree cimiteriali sotterranee romane. Il libro si conclude con la cronotassi del Titolo cardinalizio, l`elenco dei parroci e l`esposizione delle iscrizioni rinvenute all`interno della chiesa e di alcune non più rintracciabili.

Tratto da Edizioni OCD